COSA MI E' PIACIUTO:
come sempre nei film scritti dal duo Jaoui-Bacri la musica ha un ruolo
assai rilevante. Qui addirittura, oltre ad essere utilizzata per colorare
il racconto, ne riassume il significato nel meraviglioso finale, dove
le note e le parole di "An die Musik" di Schubert accompagnano
la fuga in bicicletta nella notte e il ricongiungimento fra i due giovani.
La Jaoui realizza un ghiotto mélange fra il cinema di Rohmer,
per la sua naturalezza, e quello di Woody Allen, per l'intelligenza
e lo humor dei dialoghi e delle situazioni. Bacri fa un po' sempre lo
stesso personaggio, ma gli riesce così bene che sarebbe un peccato
se il Bacri autore scegliesse per sé stesso interprete vesti
diverse. I due autori hanno trovato uno stile ideale per i dialoghi
al telefono cellulare, che giustamente non possono essere come quelli
al telefono fisso. Le battute divertenti sortiscono il massimo effetto
perché non sono inflazionate, e capitano sempre all'improvviso,
in contrattempo. Guadagnano il diritto ad essere raccontati pensieri
e situazioni che sono di tutti noi, ma che a nessuna persona normale
verrebbe in mente di esporre, tantomeno ad un pubblico. Musiche di Schubert,
Monteverdi, Haendel, Mozart, Verdi e Beethoven. La resa delle piccole
grandi emozioni di un concerto semi-professionistico è perfetta.
COSA NON MI HA CONVINTO: forse la Jaoui regista non ha ancora raggiunto
la Jaoui autrice, ma si sta avvicinando, e la meta, va detto, è
collocata molto in alto.
Ho visto Così fan tutti in francese
con sottotitoli in italiano.
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