DI COSA SI TRATTA: dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini: Enrico (Mastroianni), giornalista e scrittore, riceve la notizia della morte del fratello minore Lorenzo (Perrin), e rievoca gli ultimi anni trascorsi insieme.
COSA MI E' PIACIUTO:
il ricordo è imperniato tutto sull'amarezza ed il rimpianto per il proprio rifiuto di accompagnare il fratello, fragile e indifeso, negli ultimi passi verso la morte. Viene così pienamente rispettato il senso del romanzo, ma il film non è schiavo del testo d'origine, perché i dialoghi sono sobri, finemente cesellati, ma vivi, e iconograficamente più che al teatro viene naturale riferirsi a un modello pittorico, come anche suggerito dalla vista di un quadro del pittore Ottone Rosai, che compare nel film ma che era effettivamente di proprietà di Zurlini, al quale suggerisce l'impostazione cromatica generale, accuratamente restituita dal direttore della fotografia, Giuseppe Rotunno. L'intesa fra il maturo Mastroianni e il giovanissimo Perrin, entrambi formidabili, rende coinvolgente il rapporto fra i due fratelli segnati precocemente dalla vita ma solidali in tutto e per tutto nonostante le forti differenze caratteriali - ribelle il maggiore, docile e rassegnato il giovane. Il fulcro emotivo è a mio modo di sentire la scena che si svolge nello studio del medico dell'ospedale: quest'ultimo ha appena detto a Enrico che per il fratello ci sono poche speranze, e l'altro ripete quasi cantilenando "Non sono poche, non sono poche", in modo infantile, proprio come i bambini che hanno appena imparato a parlare e brandiscono un pezzetto di una frase di rimprovero appena ascoltata nel tentativo di distruggerla. Non so se sia anche nel romanzo, ma grazie a Mastroianni è un momento molto toccante. Bravissimi anche Salvo Randone, che interpreta il padre adottivo di Lorenzo, e Sylvie, attrice francese quasi ottantenne, che è la nonna dei due giovani. Musica nientemeno che di Goffredo Petrassi.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Cronaca familiare in italiano
senza sottotitoli.
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