COSA MI E' PIACIUTO:
il confronto senza esclusione di colpi fra ragione e fede in un racconto
di straziante drammaticità. L'illustrazione del tema è
limpidissima. L'unico elemento criptico è l'uomo seduto davanti
al fuoco, sulla riva del lago, ma si capirà poi che è
semplicemente un silente testimone delle storie che popolano l'intero
ciclo. Per il resto, tutti i simboli hanno un'evidenza forte ed immediata.
Nel calcolo perfetto dei tempi di narrazione, si inseriscono i lunghi
minuti durante i quali il padre, rifiutando una realtà che lui
non aveva preventivato, anziché correre verso il luogo dell'incidente,
compie una serie di atti ragionevoli solo in relazione al ponderabile,
cioè alla realtà prevista. Attori formidabili, grandi
invenzioni figurative; suggestiva, discreta e perfettamente coerente
la musica di Zbigniew Preisner. Tutto il finale, dalla muta disperazione
della sorella che si inginocchia alle spalle del protagonista, all'ira
iconoclasta di quest'ultimo, è di una potenza emotiva quasi difficile
da sostenere. Probabilmente, il capolavoro di tutto il ciclo (se la
gioca con il sesto episodio).
COSA NON MI HA CONVINTO: c'è un errore grossolano nel doppiaggio
italiano: il bambino di nome Jerzy ha dapprima la voce di un piccino,
e successivamente quella di un adolescente.
Ho visto Decalogo, 1 in italiano. Purtroppo
questa edizione non offre l'audio originale.
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