COSA MI E' PIACIUTO:
c'è tutto il cinema di Bergman in Fanny e Alexander:
la commedia elegante dai dialoghi finemente cesellati e dagli umori
sottilmente cangianti, il dramma che esplora gli abissi dell'anima,
la realtà e la finzione, la religione e il mistero. Chi non ha
mai visto un film di Bergman potrebbe partire da qui. La nonna di Fanny
e Alexander chiude il film leggendo le parole di Strindberg che spiegano
ciò che abbiamo appena visto: "Tutto può succedere,
il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di realtà,
l'immaginazione tesse nuovi disegni" (da "Il sogno").
Attorno al nucleo famigliare degli Ekdahl si intrecciano molte piccole
e grandi storie, alcune ilari, altre serene e malinconiche, altre ancora
tragiche, ma tutte attraenti: non viene mai da desiderare di tornare
ad occuparsi degli altri personaggi momentaneamente abbandonati, perché
siamo interessati al destino di ciascuno di loro. Attori tutti bravissimi,
compresi i bambini. Alcuni degli interpreti prediletti da Bergman, Josephson,
Björnstrand, H. Andersson, sono impiegati in ruoli di supporto.
C'è la singolarità di un ruolo maschile sostenuto da una
donna: non è un capriccio, ma serve a rafforzare il significato
della scena. La fotografia di Sven Nyqvist è un'ininterrotta
successione di meraviglie. Il Quintetto op.44 di Schumann, nella versione
originale, accompagna l'esplorazione di Alexander della casa vuota nella
prima scena del film, e ritorna quasi alla fine nel suono di un carillon
quando la neonata figlia di Gustav Adolf esplora con le manine protese
il volto del padre. E che bella la famiglia Ekdahl al completo che forma
un trenino in giro per la casa cantando una baldanzosa canzoncina la
notte di Natale del 1907.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': il film vinse 4 Oscar, compreso quello
per il miglior film straniero. Questa, della durata di tre ore, è
la versione cinematografica. Quella per la televisione dura oltre 5
ore: è stata trasmessa in Italia dal circuito di televisioni
private che fa capo allo stesso editore che pubblica questo dvd. L'intervista
a Bergman che si trova sul secondo disco è inframmezzata da riprese
dietro le quinte in cui la troupe prova o gira scene escluse dalla versione
per il cinema. Il documento nel suo complesso è di enorme interesse
(in svedese con sottotitoli), ed è sorprendente scoprire un Bergman
sul set così allegro e bonario.
Ho visto Fanny e Alexander in svedese con i sottotitoli
in italiano.
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