COSA MI E' PIACIUTO:
il titolo spiega molto bene cos'è saltato in mente a Sabine, giovane provinciale che vive e lavora tra Le Mans e i suoi dintorni ed è prossima alla laurea in storia dell'arte: ancor prima di sapere con chi, ha deciso che sta per sposarsi. L'attenzione di Rohmer non poggia però sul tema del matrimonio, ma proprio su questo personaggio così simpatico per la sua spontanea irruenza e la sua ingenuità. Semmai ciò che viene messo in evidenza, attraverso i dialoghi e le ambientazioni, è l'incompatibilità fra differenti milieu, ovvero fra contesti sociali tanto lontani fra loro da mettere in grave disagio coloro che, intenzionalmente o per sbaglio, si avventurino nel "campo" avverso. L'attrice protagonista è Béatrice Romand, che reciterà in un ruolo abbastanza simile a questo una quindicina d'anni più tardi in Racconto d'autunno. Rohmer spiega che della Romand l'affascina la capacità di parlare lentamente rimanendo spontanea (nell'intervista l'accosta, per questa qualità, a Fernandel), così da far comprendere perfettamente quello che dice in ogni momento (quando parla lei i sottotitoli inglesi di questa edizione diventano superflui). Le tiene testa con la consueta classe André Dussollier, sempre prodigiosamente a suo agio nei panni di personaggi ... in perenne disagio. Bellissimi i colori. Seguire i dialoghi di un film di Rohmer è naturale e piacevole come bere un bicchiere d'acqua di fonte. Senza bollicine aggiunte: sulle prime ci si chiede "Tutto qua?", ma ben presto si soggiunge: "E che me ne farei delle bollicine?"
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Il bel matrimonio in francese con
sottotitoli in inglese.
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