COSA MI E' PIACIUTO:
il novenne che è in me ha pienamente apprezzato il film come
la prima volta che lo vidi, cioè quando appunto avevo circa nove
anni. L'ultraquarantenne che sono in realtà qualche cosa che
non quadra perfettamente ce l'avrebbe anche trovata, ma è stato
zittito immediatamente dal novenne. Entrambi, il novenne e il quarantenne,
nel finale si sono commossi ancora una volta. Ricompatto le mie personalità
per dire che il messaggio che mi colpì allora mi è parso
anche oggi, sorvolando su qualche semplificazione, pienamente valido.
Da elogiare il modo in cui gli autori hanno esplorato la psicologia
infantile: tutta la storia è vista come la vedrebbe un bambino.
Bravissimi i due ragazzini. Le mie due scene preferite: la scoperta
delle due statuette di legno nell'incavo del tronco, e tutto il finale.
COSA NON MI HA CONVINTO: sulla copertina del dvd non c'è scritto
"Il buio oltre la siepe - un film di Robert Mulligan", ma
"Gregory Peck - Il buio oltre la siepe". Ebbene, secondo me
il punto debole del film è proprio Gregory Peck. Ho sentito per
la prima volta la sua vera voce: non parla, bensì miagola, borbotta,
la vivacità del suo viso ricorda le statue dell'Isola di Pasqua.
Dal punto di vista della scrittura del personaggio, poi, mi pare che
manchi totalmente del suo lato negativo: troppo bravo, buono, bello,
intelligente, tollerante, indulgente, brillante educatore, perfino impeccabile
tiratore, e in relazione a ciò pure modesto, perché non
ne parla neanche al suo figliuolo che ne sarebbe così orgoglioso.
Un santo, insomma. Più che Atticus, lo avrei chiamato Superatticus.
CURIOSITA': nel compilare questa scheda, mi sono
imbattuto a sorpresa nel nome di Robert Duvall. E dov'era Duvall, nel
film? Ripensandoci, ho dedotto che non poteva essere che Boo. Infatti
era lui.
Ho visto Il buio oltre la siepe in lingua
originale con i sottotitoli in francese.
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