COSA MI E' PIACIUTO:
splendida ambientazione (Iran), fotografia scintillante, uno stuolo
di attori di prima grandezza, sceneggiatura curatissima a partire da
uno dei maggiori romanzi del 900 italiano, certamente fra i più
amati (anche da me), una realizzazione tecnicamente ineccepibile, alcune
buone idee di fondo come quella di far percepire sempre, lavorando sulla
composizione delle inquadrature, l'onnipresenza delle gerarchie nell'ambiente
militare...
COSA NON MI HA CONVINTO: ... ma allora, cos'è che non va? Il
senso dell'attesa che permea il romanzo di Buzzati e dilaga fuori dalla
pagina intrappolando il lettore non è tradotto in termini cinematografici,
e il film resta una calligrafica illustrazione del libro. I toni sono
algidi, ogni singola scena dura un po' di più di quanto ci si
aspetta. Anche le scene forti, che pure non mancano, non posseggono
il colpo del k.o., e pertanto si sa già che dovremo sorbirci
tutte e 15 le riprese al termine delle quali avranno perso tutti. L'espediente
di costringere Perrin a una drastica dieta dimagrante per il finale
del film mi sembra una crudeltà, e rischia di impressionare lo
spettatore nel modo sbagliato. Spesso schierare troppi attori celebri,
anche in ruoli marginali, non giova alla credibilità del racconto,
costituendo un pericoloso elemento di distrazione. Gassman (perfetto)
e Noiret (fuori parte) sprecatissimi. Musica di Morricone non entusiasmante.
Ho visto Il deserto dei Tartari in italiano
senza sottotitoli.
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