COSA MI E' PIACIUTO:
l'umiltà con la quale Truffaut ha preso il romanzo d'esordio
di uno scrittore 74enne, scoperto per caso su una bancarella, servendolo
con fedeltà. Come poi confermerà più avanti nella
sua carriera (Jules et Jim è il suo terzo film), egli
aveva una mano felicissima nel portare sullo schermo opere letterarie
conservandone il carattere originale pur senza sacrificare la resa cinematografica.
Si ascolti nelle due brevi interviste quanto fosse consapevole della
delicatezza del compito, e si ammiri come l'umiltà, quando si
accompagna al talento, giovi grandemente alla compiutezza dell'arte.
Mirabili la regia, la fotografia, la recitazione, la musica di Georges
Delerue. Questo film è lieve come sempre ha saputo essere Truffaut,
dolce e amaro, allegro e triste, profondo e spensierato, sempre nelle
giuste dosi e con i toni più adatti. Jeanne Moreau, oltre ad
essere una grande attrice, canta meravigliosamente. Il finale così
precipitoso, improvviso, è una caratteristica precisa del cinema
classico d'oltralpe.
COSA NON MI HA CONVINTO: dovrei inventarmi qualcosa... e perché
mai?
CURIOSITA': il tema musicale di Jim e Catherine
è stato ripreso nel film di Giordana La
meglio gioventù.
Ho visto Jules e Jim in francese con
i sottotitoli (obbligatori) in italiano.
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