DI COSA SI TRATTA: una donna ha in mente di liberarsi del marito e di intascare i soldi della polizza di assicurazione in un colpo solo.
COSA MI E' PIACIUTO:
non è il solito Chandler contorto. Forse la collaborazione con Wilder nella stesura del copione lo ha indotto a cercare la traiettoria più diretta tessendo una trama ingegnosa ma lineare. O forse è perché lo spunto originale è un romanzo di un terzo autore, James M. Cain. La storia è torbida ma non sovraccarica. Il clima opprimente s'instaura da subito, con lo schema dell' "è andata male, vi spiego perché", che se maneggiato come si deve può rendere anche meglio del "dovete scoprirlo un po' alla volta". Ma in fondo gli autori sono riusciti a pescare anche dal secondo schema, riassumendo brillantemente in un "dovete scoprire un po' alla volta perché è andata male". Musica e fotografia passeggiano a braccetto nelle tenebre. Nella colonna sonora Miklós Rózsa incastona perfino l'oscuro Schubert dell'Incompiuta. Eccellenti i tre attori principali. La qualità della direzione di Wilder ha reso Double Indemnity probabilmente il classico del genere noir per antonomasia. Il film è celebre anche per un "falso errore": c'è una porta che si apre verso il corridoio. Normalmente succede il contrario, ma qui la normalità avrebbe ucciso una scena chiave.
COSA NON MI HA CONVINTO: la prova di Jean Heather (Lola, figliastra di Mrs. Dietrichson) manca di personalità. Il titolo italiano è generico (l'indennità doppia è quella pagata dall'assicurazione per una certa tipologia di incidente, mentre la fiamma del peccato potrebbe tranquillamente ardere per milioni di film i più eterogenei).
Ho visto La fiamma del peccato in inglese con
sottotitoli in italiano.
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