COSA MI E' PIACIUTO:
La grande guerra è il frutto di un enorme sforzo produttivo,
con innumerevoli comparse e scene di combattimento molto accurate e
quindi dispendiose, con la partecipazione di diversi attori celebri;
eppure non si coglie mai la sensazione dello sfoggio, e il risultato
è un'opera semplice, umile negli intenti e negli accenti, che
ci parla di un grande evento terribile attraverso le tragedie minime,
senza rinunciare alla leggerezza e alla gioia di vivere. Monicelli considerava
Sordi il numero uno dei nostri attori, un fuoriclasse assoluto, ma io
collocherei sullo stesso piano Gassman, e anche Silvana Mangano e Romolo
Valli, uno degli attori più colti e aristocratici che il nostro
cinema abbia avuto. Tutto è grande in questo film, non solo la
guerra: la regia (Monicelli parla nell'intervista della scena della
fucilazione della spia austriaca, un lungo e complesso piano-sequenza,
come di un modello studiato nelle scuole di cinematografia), la fotografia,
la musica di Nino Rota, inframmezzata da brani di canzoni storiche ai
cambi di scena, i dialoghi perfetti - con alcune battute meravigliose
che tutti ricordano. Gassman e Sordi, che erano due attori sempre sul
punto di debordare, qui si contengono e si sostengono a vicenda, con
l'aiuto decisivo di Monicelli.
COSA NON MI HA CONVINTO: nulla.
CURIOSITA': il cappellano militare non è
altri che Achille Compagnoni, uno dei conquistatori del K2.
Ho visto La grande guerra in italiano
senza sottotitoli.
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