COSA MI E' PIACIUTO:
un po' commedia brillante, un po' storia sentimentale, un po' romanzo
d'avventure. Nella prima veste è divertentissima, perché
i dialoghi sono intelligenti e vivaci e addosso a due fuoriclasse come
Bogart e la Hepburn calzano a pennello. Nella seconda intenerisce perché
è autentica perfino nel suo repentino virare dalla reciproca
diffidenza iniziale all'innamoramento. Infine, nella terza veste, è
del tutto inverosimile in ciascuno di molti particolari e a maggior
ragione nella somma di essi, cionondimeno restituisce appieno il senso
dell'avventura, non esclusa la percezione della morte imminente a causa
dell'invisibilità di una qualsiasi via di salvezza. Su tutto,
una coltre di sano umorismo, di pasta tale da accontentare tutti i palati.
La natura africana non è solo uno sfondo (del resto buona parte
del film fu girata autenticamente in Africa), e interagisce rivelando
il suo fascino (le foreste intonse, i cieli, gli animali e i fiori rari)
ma anche le sue ruvidezze (le zanzare, le sanguisughe, il fango...).
Strepitosi i due protagonisti. Bogart qui fa anche ridere, mentre la
Hepburn rende interessante ogni centimetro di pellicola che la ritrae.
COSA NON MI HA CONVINTO: la realizzazione di alcune delle scene più
movimentate è un po' approssimativa. L'effetto speciale dello
sciame di zanzare è assai poco speciale.
CURIOSITA': Bogart vinse con questa interpretazione
il suo unico Oscar.
Ho visto La Regina d'Africa in lingua originale con
i sottotitoli in italiano (la traduzione è buona, anche se ogni
tanto lascia per strada qualche brandello di dialogo. Niente di particolarmente
significativo, comunque).
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