COSA MI E' PIACIUTO:
mi chiedo se l'aria di Londra, città in cui è girato
il film e nella quale è ambientata la storia, sia così corrosiva:
un Woody Allen così aspro non lo si era mai visto. Impossibile
non accostare Match
Point a Crimini e misfatti, sia per la trama che per
gli interrogativi di natura etica che vengono suggeriti, peraltro
nient'affatto schematicamente. Le differenze sono due: il tema centrale,
come viene dichiarato all'inizio attraverso la metafora della pallina
che balla sul nastro, è la
fortuna, e la sua incidenza sul destino degli uomini; e l'impronta
stilistica è decisamente
quella del dramma, quantunque sviluppato con leggerezza (nel senso
di levità,
non di superficialità). L'unica vera battuta di spirito è quella
del poliziotto che invita il suo capo a vedere cosa gli suggerirà
il sogno della notte successiva. Poliziotto che è anche l'unico
personaggio caricaturale. Bravi gli attori, ma con Allen è una
regola. Rhys Meyers assomiglia un po' all'attore italiano Alessio
Boni, e un po' all'ex-tennista - guarda caso - David Wheaton. Le
due giovani attrici sono perfette per i loro ruoli. Una delle sequenze
più incisive, la scenata di
Nola quando scopre che Chris le mentiva ...
COSA NON MI HA CONVINTO: ... è seguita immediatamente da quella meno
convincente, la discussione nell'appartamento di lei. L'espediente
delle vecchie incisioni di Caruso usate come leit-motiv alla lunga
diventa un po' meccanico. Certo che però Enrico Caruso cantava
proprio bene. Le esecuzioni di qualsiasi altro cantante coevo oggi
sono giustamente ritenute inaccettabili, mentre quelle di Caruso
rappresentano ancora una grande lezione.
Ho visto Match Point in inglese
con i sottotitoli in italiano (non esenti da qualche scivolata).
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