MIO ZIO (Mon oncle)

TITOLO ORIGINALE Mon oncle
ANNO 1958
PAESE Francia
REGIA Jacques Tati
GENERE Umoristico
ATTORI PRINCIPALI Jacques Tati, Jean-Pierre Zola, Adrienne Servantie, Alain Bécourt, Dominique Marie
DURATA - FOTOGRAFIA 111' - a colori
PRODUTTORE DVD Opening - Les films de ma vie
Mio zio (Mon oncle) - Jacques Tati

 

 

Mio zio (Mon oncle) - Jacques Tati
Mio zio (Mon oncle) - Jacques Tati
Mio zio (Mon oncle) - Jacques Tati
Mio zio (Mon oncle) - Jacques Tati

 


Punteggio assegnato al film: *****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***½
Punteggio Claudio Colombo Cinetop: ****½
Punteggio assegnato da voi: *****
 Mon oncle
(1958) on IMDb

Recensione del 30/8/2006

 

 

Qualità video: ottima
Qualità audio: buona. Tutti i rumori hanno il giusto risalto
Lingue: Francese Mono
Sottotitoli: -
Formato video: 1.33:1 4/3
Extra significativi: -

L'edizione italiana della San Paolo si basa sugli stessi materiali, e ha naturalmente il doppiaggio italiano.




COSA MI E' PIACIUTO: è il confronto, in chiave umoristica, bonario ma incisivo, e perfino severo nella sostanza se non nei modi, fra due mondi: quello "di una volta", della gente semplice che vive la vita con spontaneità, e quello ultramoderno che obbedisce alle leggi della geometria piuttosto che al buon senso e alle necessità. Nel mondo vecchio tutto è aperto, si sente cantare e chiacchierare, in quello nuovo si odono solo i rumori delle macchine (la signora Arpel mostra la cucina avveniristica alle sue ospiti, e da fuori le sue spiegazioni non si comprendono, coperte dai rumori che sembrano quelli di un cantiere edile). Tati ci fa ridere più apertamente quando mette a contatto i due mondi (si veda ad esempio la telefonata fra Hulot e suo cognato nell'ufficio del principale, con la musica da paese che invade l'ufficio attraverso la cornetta che Hulot ha lasciato penzolare nella cabina; Hulot alle prese con la cucina della sorella). Nel mondo nuovo la stupida fontanella a forma di pesce viene attivata solo a beneficio degli ospiti il cui censo sia ritenuto all'altezza, in quello vecchio Hulot legge un articolo su un foglio di giornale risalente a chissà quando presso la bancarella del pescivendolo, e questi per non disturbarlo strappa un altro foglio per incartare il pesce, in modo che quegli possa terminare in santa pace la lettura. Arpel si guadagna la solidarietà del figlioletto solo quando involontariamente gioca uno scherzo ad un passante alla maniera dell'altro mondo. La comicità è alimentata con espedienti diversi, ma lo strumento che Tati usa con maggiore originalità è il suono. Io raccomando di ascoltare questo film in cuffia, perché l'insieme di rumori e musica è di un virtuosismo che ricorda le orchestrazioni di Berlioz o di Ravel (tanto per restare ai francesi). La gag dell'accendisigari dell'automobile gettato fuori dal finestrino è stata copiata più volte da altri, ma mi limito a citare la più marginale ed innocua. Come per tutti i film di Tati, anche dopo la decima visione si scopre qualche dettaglio che era sempre sfuggito, ma Mon oncle non conta tanto per i dettagli, quanto perché è un'opera che non invecchia mai, essendo nata in un tempo che non era il suo, così come Tati sembra provenire da un altro pianeta, tale è la distanza da cui riesce ad osservare le cose che a noi, troppo vicini, spesso sfuggono. Chissà cosa dirà di noi, adesso.

COSA NON MI HA CONVINTO: -

CURIOSITA': i titoli di testa sono riportati sui cartelli disposti all'ingresso di un cantiere edile. Il fruttivendolo è italiano ("Tutte queste pamplemusse..."). La famosa battuta "Deraglia la befana" pronunciata da uno dei ragazzini che scommettono sulla riuscita o meno del tentativo di far schiantare i pedoni contro un palo, distraendoli, non esiste nell'originale francese. Nell'edizione italiana Hulot non dice praticamente nulla di comprensibile, a parte un "Come va?" rivolto ad alta voce al cognato. Nell'originale ogni tanto qualche cosa di quello che borbotta si capisce.


Ho visto Mon oncle in francese.


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Nota sulle immagini