DI COSA SI TRATTA: nel Messico dei primi anni del '900, padre Nazario vive di elemosina e aiuta i poveri, ma nonostante tutto produce più danni che benefici.
COSA MI E' PIACIUTO: è uno dei massimi esempi del pessimismo gioioso di Buñuel. Nazarín vuole aiutare tutti rinunciando ad ogni conforto materiale e spirituale per sé, ma non gliene va bene una: i suoi superiori lo osteggiano perché con i suoi comportamenti minaccia la dignità del clero, i poveri lo vedono o come un rivale o come un disturbatore degli equilibri sociali (al ribasso), le autorità civili lo perseguono per entrambi i motivi (il Messico era sotto dittatura). Lui cerca di spegnere i pregiudizi e le superstizioni, sopporta ogni onta senza mai ribellarsi, ma alla fine, nell'enigmatico finale, si rassegna. La distanza abissale fra l'autorità ecclesiastica e il popolo, del cui benessere dovrebbe occuparsi, è marcata attraverso il linguaggio: algido e irritante quello dei primi, sporco e grossolano quello dei secondi. Nell'edizione in dvd in mio possesso (destinata al mercato spagnolo), nei sottotitoli sono evidenziate in corsivo le parole storpiate secondo l'uso popolare: un preziosismo davvero insolito ed encomiabile. Molto ben scelti gli intepreti dei personaggi principali; bella la fotografia, pur senza ostentazioni (Buñuel non è mai un esteta). Accettando l'amarezza di fondo, è un film divertente.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Nazarín in
spagnolo con i sottotitoli in spagnolo.