COSA MI E' PIACIUTO:
l'umorismo è quello tipico dei primi libri di Allen ("Citarsi
addosso", "Effetti collaterali"), mischiato alla buffoneria
vistosa che ritroviamo negli altri suoi film di quel periodo ("i
primi film, quelli comici"). Ma c'è anche in nuce l'idea
di una delle sue opere più mature ed originali, Zelig,
che è quella di organizzare l'intero film come una parodia di
documentario. In ogni caso, si ride parecchio. Fra le gags diventate
classiche, ricordiamo Virgil che suona il violoncello in una banda,
l'intervista ai suoi genitori camuffati con la maschera di Groucho Marx
per non farsi riconoscere, il tentativo di evasione con la pistola scolpita
nel sapone da bucato, la rapina alla banca fallita per un errore di
ortografia, il tormentone degli occhiali calpestati per punizione (l'ultima
volta auto-calpestati in segno di ammissione di colpa), gli attentati
alla vita della ricattatrice, dapprima con un inseguimento in salotto
con una Mini Cooper, poi cercando di pugnalarla alla schiena con una
coscia di tacchino. Fino alla fuga finale dal campo di lavoro. Accanto
a lui recita la dolcissima Janet Margolin, assai prematuramente scomparsa.
COSA NON MI HA CONVINTO: la componente clownesca è qualche volta
un po' sovraccaricata, come nella scena del biliardo, che funziona meno
di altre. Nell'edizione italiana, molte battute sono state stravolte
con la traduzione, e non ne capisco i motivi, dacché non mi pare
che l'umorismo di Woody Allen sia da considerarsi poco comprensibile
dalle nostre parti. Anzi, semmai avviene l'opposto.
Ho visto Prendi i soldi e scappa in inglese
con i sottotitoli in italiano, che in un paio di passaggi inseguono
i dialoghi con un cospicuo ritardo.
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