COSA MI E' PIACIUTO:
la metafora dell'ospedale psichiatrico come modello della società
nel suo complesso, e di come il potere gestisce la propria tranquillità
imponendo delle regole per poi far credere ai "sudditi" che
se le siano scelte loro, è suggerita senza troppa ruffianeria,
anche se quando si punta il dito contro di "essi", senza ben
specificare chi siano questi "essi", si rischia di restare
nel generico, o nell'astratto. La regia di Forman prende decisamente
quota col trascorrere delle scene: dapprima quasi timida, e infine decisamente
coinvolgente. Nicholson è una cannonata, ma gli altri, forse
trascinati da lui non solo a livello di personaggi nella storia, ma
anche come attori nella finzione, rispondono tutti con grande efficacia.
Menzione speciale per Danny De Vito e per l'indiano d'America Will Sampson.
Impressionanti le rare scene di violenza. Fra i numerosi Oscar conseguiti,
particolarmente meritato quella per la sceneggiatura. Il finale è
toccante.
COSA NON MI HA CONVINTO: come detto sopra, mi pare che Forman trovi
la misura giusta non prima di aver mosso i primi passi.
CURIOSITA': esilarante il getto dell'acquaio riproposto
come parodia in un episodio dei Simpson. Mi piacerebbe veder pubblicati
in dvd alcuni film giovanili di Forman, almeno "Gli amori di una
bionda", o il suggestivo e insolito "Konkurs", visto
su Raisat Cinema un paio d'anni fa.
Ho visto Qualcuno volò sul nido del
cuculo in inglese con i sottotitoli in italiano.
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