COSA MI E' PIACIUTO:
in due parole è il tipico film che si definisce "fatto bene",
ma un film di gangster fatto bene è alla portata di molti, e
infatti se ne sono visti molti. Per trasformare una storia piena di
sangue in un'elegante commedia di costume ci vuole uno come Scorsese.
Per cercare di capire le ragioni dei comportamenti della malavita italo-americana,
lui, italo-americano, ha reclutato una batteria di valentissimi attori
dal cognome inequivocabilmente italiano: Liotta, De Niro, Pesci, Sorvino,
Bracco (il mio preferito è Joe Pesci), per animare una sceneggiatura
scritta in collaborazione con uno scrittore di nome Pileggi... L'andamento
narrativo è affine a quello di un'opera letteraria: Scorsese
adotta un ritmo di gomma, che comprime e dilata assecondando le esigenze,
e fa parlare in retrospettiva i personaggi alternandoli a sorpresa.
La sua indulgenza non ha nulla di immorale, perché è l'onesta
descrizione di una "normalità". Bella colonna sonora
fatta di canzoni non originali: la sua utilizzazione fa parte del novero
delle peculiari raffinatezze della regia di Scorsese, che non è
mai ordinaria, senza bisogno di andare a caccia di stranezze.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': il film si è aggiudicato numerosi
premi, fra cui un Oscar per Joe Pesci, il Leone d'Argento per la regia
di Scorsese, un César per il miglior film straniero (cioè
non francese).
Ho visto Quei bravi ragazzi con l'audio originale e
i sottotitoli in italiano.
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