COSA MI E' PIACIUTO:
è un film divertente perché alla fine tutti gli sforzi
che si compiono per cercare di capire la simbologia oscura di Buñuel
(il sacco, gli animali...) vengono ripagati con la consapevolezza che
non c'è niente da capire, o quantomeno niente che si possa identificare
oggettivamente, mentre invece quello che l'autore vuol davvero farci
comprendere è espresso con la massima semplicità. Il borghese
Mathieu è soltanto infastidito nella sua quotidianità
dalle notizie degli attentati che infuriano in tutto il paese, e questo
perché sono gli stessi giornali che lui legge distrattamente
a mettere in prima pagina le lamentele sugli aumenti dei prezzi, e nelle
pagine interne le notizie sulle stragi. Raro caso di un personaggio
interpretato da due attrici diverse, non in epoche diverse della sua
storia. In un paio di circostanze l'attrice cambia da un'inquadratura
all'altra nella stessa sequenza. Non si tratta di un'idea a priori di
Buñuel, ma c'era da sostituire la rinunciataria Maria Schneider,
e non sapendo scegliere fra la Bouquet e la Molina decise di tenerele
entrambe. Il gioco è risolto così bene che col passare
delle sequenze non ci si stupisce più dell'avvicendamento continuo.
Molto brave tutte e due, comunque. Fernando Rey immenso nel rendere
la monomania del suo personaggio con un mare di sfumature. C'è
una scena in cui la comicità è affidata al colore: la
stanza dove Mathieu predispone il primo appuntamento con l'illibata
Conchita è esageratamente bianca: le tende, la tappezzeria, il
letto, e a un certo punto arriva perfino il cameriere con un televisore
portatile bianco.
COSA NON MI HA CONVINTO: qualche trascuratezza nei dettagli tecnici,
come alcuni sporadici difetti di continuità nel montaggio, o
i rumori di un cantiere grossolanamente in loop.
Ho visto Quell'oscuro oggetto del desiderio in francese
con i sottotitoli in italiano.
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