COSA MI E' PIACIUTO:
è un album di ricordi dell'età in cui la televisione non
aveva ancora preso in ostaggio le nostre vite, sfogliato con delicatezza
e, benché legato ai luoghi dell'infanzia di Allen, reso universale
perchè sfiora i motivi che rendono indimenticabile a ciascuno
di noi la nostra infanzia. La musica la fa da padrona, al punto che
Radio Days diventa quasi un film musicale senza averne la forma.
Ci sono momenti fra i più esilaranti di tutto il cinema di Allen,
come la storia del campione di baseball che aveva un cuore..., ma dall'inizio
alla fine è tutto uno scoppiettare di battute che sembrano emergere
spontaneamente dal flusso dei ricordi. Deliziosa Mia Farrow, ma c'è
anche Diane Keaton che canta una canzone. Bravissimi comunque tutti
gli attori. Splendida la fotografia, e non manca il tempo di considerare
come il portoghese sia un idioma ideale per la musica (mentre si osserva
incantati la sequenza in cui la cugina balla davanti allo specchio su
una canzone di Carmen Miranda).
COSA NON MI HA CONVINTO: è un film piccino: dura, al netto dei
titoli di testa e di coda, un'ora e venti minuti, ma probabilmente sarebbe
stato impossibile renderlo più consistente senza rovinarlo. Ha
insomma la grazia ma anche la fragilità di una medusa.
Ho visto Radio Days in inglese con sottotitoli
in italiano.
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