COSA MI E' PIACIUTO:
l'originalità sta nella forma. Il tema è una rapina, e
viene diviso in tre parti: le motivazioni, i preparativi, la rapina.
Ognuna delle tre parti è divisa a sua volta in tante sezioni
quanti sono i personaggi che partecipano al colpo. Nella parte della
rapina c'è un elemento di separazione che si ripete sempre uguale,
come il voltare le pagine a ritroso per rieseguire un ritornello variato:
è il trascinamento delle gabbie di partenza dei cavalli sulla
pista di galoppo. Ogni variazione lascia frammenti di sé nelle
altre. La prima metà del film è basata sui dialoghi, la
seconda sull'azione, con una voce fuori campo. Fotografia tagliente
come una lama. La musica, ossessivamente ripetitiva di pari passo con
la narrazione, interviene però solo come tessuto connettivo.
Ogni ripetizione aggiunge tensione alla tensione, perché a differenza
dei protagonisti lo spettatore sa già che altrove, nello stesso
momento, qualcosa è andato storto. Kubrick fa le prove per il
sommo capolavoro dell'anno successivo, Orizzonti di gloria,
avvalendosi della collaborazione del medesimo co-autore, Jim Thompson.
COSA NON MI HA CONVINTO: nei dialoghi, un paio di battute ad effetto
decisamente fuori luogo. Il personaggio della moglie impicciona è
superficiale e prevedibile.
Ho visto Rapina a mano armata in inglese con sottotitoli in
italiano.
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