COSA MI E' PIACIUTO:
film giustamente celebrato per la volontà di ricostruire con
obbiettività e precisione una pagina oscura della storia d'Italia
all'epoca piuttosto recente. Per l'insolita asciuttezza documentaristica,
insolita - intendo - per il nostro cinema, Salvatore Giuliano fu
molto apprezzato anche all'estero. Non è la psicologia dei singoli
personaggi ad essere approfondita, ma quella di tutto un popolo, quello
siciliano, come se fosse un sol uomo. Ciò non esclude lo sforzo,
sovente premiato, di arricchire il film di un certo fascino visuale,
soprattutto in alcune scene di massa e in certe sequenze in interni
dal sapore "noir". Giova al distacco la partecipazione di
un solo attore di grande notorietà, Salvo Randone, la cui naturale
modestia impedisce di pensare che non si tratti realmente del Presidente
della Corte d'Assise di Viterbo.
COSA NON MI HA CONVINTO: bisogna aver pazienza nel lasciar trascorrere
i molti tempi morti; il colore avrebbe aiutato, permettendo di apprezzare
meglio gli immoti e vasti paesaggi siciliani. Ma in generale, più
ancora del colore, manca un po' di calore: è un film che desta
in me molto interesse, ma poche emozioni.
Ho visto Salvatore Giuliano in italiano. I
sottotitoli possono aiutare a decifrare qualche passaggio in dialetto
particolarmente ostico, tuttavia ho deciso di rinunciarvi.
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