COSA MI E' PIACIUTO:
un film che mette in gioco sullo stesso tavolo freddezza e sensualità,
cartesiano ed emozionante come la musica di Ravel che vi scorre, spiegandolo
nella sua essenza emotiva. E' un film ricchissimo di significati e di
sfumature, ma non un film difficile: credo che possa piacere a tutti
per motivi diversi, e innescare più processi di immedesimazione
in ogni singolo spettatore, perché ognuno potrebbe trovare qualcosa
di sé in più di un personaggio. Il mondo dei musicisti
classici e dei liutai è ritratto con molta verosimiglianza. La
musica è bellissima (la Erato ha pubblicato in disco le esecuzioni
che si ascoltano nel film): se l'unico merito del film fosse quello
di far conoscere alcune composizioni di Ravel non universalmente note,
il Trio, la Sonata per violino e pianoforte e quella per violino e violoncello,
sarebbe già molto. I tre attori principali sono formidabili.
In ogni momento la narrazione è delineata con un perfetto senso
della misura fino al commovente, delicato finale. E comunque c'è
poco da spiegare: è un film da vedere e basta.
COSA NON MI HA CONVINTO: la scena in macchina è forse meno riuscita
delle altre, se si considera che è un passaggio chiave.
CURIOSITA': la Béart e Auteuil, che formavano
una coppia nella vita già da alcuni anni, si sposeranno l'anno
successivo, divorziando poi nel '95.
Ho visto Un cuore in inverno in francese,
con l'ausilio sporadico dei sottotitoli in inglese.
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