COSA MI E' PIACIUTO:
i thriller di Hitchcock si possono dividere di solito in due categorie:
quelli in cui lo spettatore è all'oscuro della verità,
e quelli in cui sono i protagonisti a non conoscerla. In Vertigo
abbiamo la fusione dei due generi, e la miscela è mirabilmente
preparata, perché nei primi 80' la storia procura una tensione
indicibile, e dal momento in cui noi sappiamo, ma il protagonista no,
trascorrono soltanto altri 42' (titoli di coda a parte). E allora siamo
presi dalla curiosità di vedere come John scoprirà a sua
volta la verità, ma contemporaneamente siamo coinvolti dal turbinoso
evolversi della storia d'amore, elemento d'unione corroborato dalla
splendida colonna sonora di Bernard Herrmann, che si rifà - con
molta classe - al clima espressivo del Tristano di Wagner.
L'impianto onirico del racconto è scombussolante, e rende
inevitabile il nostro coinvolgimento, anche perché i personaggi
sono disegnati con tale nitore, e così ben interpretati, da indurci
a far nostro il sogno di questo film. Se è vero che una delle
qualità più importanti di un'opera d'arte è la
sincerità, e per me lo è, Vertigo è una
grande opera d'arte. E la sua essenza è così stratificata
- un po' come i tronchi delle sequoie che si vedono in una scena del
film - che l'emozione non si attenua nelle ulteriori visioni, anche
se lo stordimento della prima volta dinnanzi al mistero è irripetibile.
Da ricordare gli stupefacenti titoli di testa, che attraverso arditi
e innovativi effetti speciali anticipano i temi del film.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto La donna che visse due volte in
inglese con i sottotitoli in inglese (non ci sono purtroppo quelli in
italiano).
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