28. CASSINO - ANAGNI
88,9 km - disl. 846 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Prima di buttarmi sulla strada questa mattina ho due cose fondamentali da fare. Nell'ordine, decidere dove andare, e cambiare il pedale che si è rotto ieri. Per la prima questione, la scelta cade su Anagni. La seconda si risolve in una formalità: il vecchio pedale si svita facilmente, il nuovo si avvita altrettanto facilmente, il trasferimento del puntapiedi è una passeggiata. Se vi capitasse di dover compiere questa operazione, ciò che occorre è: una chiave piatta adatta (verificate, ma generalmente è una misura standard), un po' di olio lubrificante denso, un tubo di prolunga nel caso in cui sbloccare il pedale da togliere risultasse difficile (non è stato il mio caso). Una chiave piatta e una a brugola più piccole per smontare e rimontare i puntapiedi. È utile appoggiare la bici a un palo, in modo da bloccare il pedale antagonista. Nient'altro. Occhio che il pedale sinistro è filettato al contrario, cioè si serra in senso antiorario. E' più astuto ricordare che entrambi i pedali si avvitano verso la ruota anteriore.
La Casilina è abbastanza stretta e trafficata, però io ho notato che rispetto al passato, anche recente, la disciplina di automobilisti e camionisti è migliorata. I paesaggi non sono eclatanti ma nemmeno disdicevoli. Probabilmente quella estiva non è neanche la stagione più adatta a valorizzarli.
Al bivio Sora-Frosinone, benché io sia diretto verso la seconda località, bisogna scegliere l'altra, perché l'una taglia fuori l'Abbazia di Casamari. Il profilo altimetrico, fin qui leggermente irrequieto, ora si agita ulteriormente. Nella zona di Casamari si arriva, anche oggi, a una temperatura ben superiore ai 40 gradi (43, per la precisione). Un giornale annunciava per oggi allarme rosso a Frosinone e dintorni, ma anche un calo delle temperature a partire da domani. Questa cosa la sento dire da settimane, ma sto ancora aspettando che si verifichi.
La chiesa dell'abbazia, dalla splendida facciata, è all'interno talmente buia che devo stare attento a dove metto i piedi.
L'idea formulata questa mattina comprendeva, prima dell'arrivo ad Anagni, la visita di Alatri e Ferentino, ma non avevo calcolato correttamente il chilometraggio, sicché ho rinunciato dapprima ad Alatri, dove avevo fatto tappa molti anni fa, e poi anche a Ferentino. Dalla Casilina, sono salito ad Anagni per la prima deviazione segnalata. Negli ultimi km si è manifestato un forte vento contrario. Degli ultimi 3 km di salita, l'ultimo è quasi tranquillo, ma i primi due sono piuttosto duri, con rampe al 10-13%. Beh, coraggio, due km sono solo due km, e dopo c'è l'arrivo. O quasi. Quella strada entra in Anagni per la parte alta, dove si trova il duomo, ma dove non ci sono alberghi. Per trovare alloggio, bisogna scendere fino ad abbandonare il centro storico, e approdare infine all'hotel ristorante Santoro, consigliato.
A farmi sentire un cicloturista esperto, non dico navigato per non generare confusione fra diversi mezzi di trasporto, ci pensa il cartello d'ingresso ad Anagni, che è gemellata con Isle-sur-la-Sorgue. Ebbene, in entrambe le località sono già stato, in bicicletta, due volte.
Il pedale nuovo si è abituato felicemente ai suoi compiti, ma per domattina resta l"altra incombenza, quella di decidere dove andare. Questo è il ciclogiro peggio programmato di sempre. Sapevo che ne avrei pagato le conseguenze, ma ho voluto vedere l'effetto che faceva. Adesso che ho visto, non ripeterò l'esperienza. La libertà di cambiare in corsa aggiunge fascino al viaggio, ma l'eccesso di approssimazione porta solo stress.
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