1. MILANO - CASALE MONFERRATO
89,2 km - disl. 189 m
Mappa realizzata grazie a Runtastic e Openstreetmap
È un ben strano inizio, questo. Parto di domenica, perché ieri si sono celebrati i funerali di mia madre. Parto con il cuore gonfio di nubi, ma di un temporale già passato. La giornata non è però del tutto di buon auspicio per quello che dovrebbe essere un viaggio ambizioso: c'è da subito, e son partito piú presto del solito, verso le 7:30, un gran vento contrario e/o trasversale, che andrà addirittura intensificandosi nel corso del pomeriggio, e ci sono, come sempre le mie difficoltà a rompere il ghiaccio, il primo giorno. Vado abbastanza bene fino a Vigevano, ma poi, anche innervosito dal vento che infierisce incontrastato lungo i drittoni della Lomellina, divento una larva di ciclista (parafrasando il famigerato Spini). Le medie scendono, il disagio sale. Faccio alcune pause abbastanza lunghe, e capisco ben presto che la meta ipotizzata, Asti, diventerà la metà della tappa di domani. Mica male: dopo una sola tappa sono già in ritardo di due giorni. Non tutte le soste, tuttavia, son venute per riposare: tre di queste, a Gaggiano lungo il Naviglio Grande, ad Abbiategrasso e a Vigevano, sono ispirate da slanci turistico - iconografici. La Nikon D800 ed io siamo diventati subito grandi amici. Casale Monferrato, sede di tappa di un antico ciclogiro, è dotata di una sua tranquilla bellezza, e ha un duomo la cui facciata ricorda il muso di un panda. La gente di qui ha un accento più emiliano che piemontese. Eh, i rivoli capricciosi della geografia delle lingue. Stasera ha inaspettatamente piovuto un pochino, brevemente. Senti, Giove Pluvio, ti sei già divertito abbastanza con me l'anno scorso. Perché non te ne vai a fare un giro, che so, in Cappadocia o in Nasturzia? Non avventarti su Google, Giove Pluvio, la Nasturzia l'ho inventata io adesso.
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