25. CANNES - DIANO MARINA
135,1 km - disl. 839 m
Mappa realizzata grazie a Runtastic e Openstreetmap
Prima delle due tappe rivierasche. Purtroppo non scatto sulla sveglia e parto alle 9 in punto, cioè un po' tardi. Da Antibes a Nizza c'è una lunga e ben curata ciclabile che corre sul lungomare. A Nizza mi inoltro nei vicoli della città vecchia. Simile al centro di Grasse, più bella e meno affollata. Dopo Nizza la strada abbandona più spesso la riva e quindi si avventura in saliscendi che a differenza di quelli di ieri concedono sempre il premio di una vista panoramica. L'unico posto veramente brutto della giornata, ma lo sapevo, è Montecarlo, una specie di periferia milanese a castello, orribile cumulo di cemento senza stile e senza gioia. Lugubre. Per la prima volta nella mia carriera cicloturistica ho seriamente rischiato di cadere. Ho preso una specie di binario invisibile nell'asfalto e la ruota posteriore ha scodato violentemente. Ho fatto una vera acrobazia per restare in piedi. Credo che parte della responsabilità sia della gomma posteriore, che a pensarci bene, siccome dopo il breve giro dell'anno scorso non l'ho cambiata, ha percorso oltre 4000 km pressata dalle borse. Salto Mentone con un'asta virtuale, temendo di essere in ritardo, e passo il confine. La differenza è subito evidente: tra Mentone e Ventimiglia c'è una scogliera da superare, e gli italiani risolvono il problema con una bella galleria. Sempre per via del tempo che scorre, dedico solo occhiate fugaci alla bella costa della riviera di ponente, ma non posso fare a meno di fermarmi ad ammirare e fotografare (così ammirate un po' anche voi) il centro storico di Imperia illuminato dal sole basso avviato al tramonto. Passata Imperia mi sento arrivato, e invece non ricordavo che c'è da superare quel birichino del Capo Berta, che se non fosse per la Milano-Sanremo nessuno saprebbe cos'è. Io lo so cos'è, ma non ricordavo che fosse proprio lì, a dividere Imperia da Diano Marina. Stasera menù a base di pesce, con mia somma soddisfazione, anche per premiare la tappa più lunga del giro di quest'anno. In Francia, l'ho già detto mille volte, non si mangia affatto male, soprattutto al sud, ma le tavole italiane appartengono a un altro pianeta.
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