Andatura media: 12,6 kmh - Media complessiva: 10,0 kmh
Temperatura media: 18,0 °C
Punti d'interesse: Selva di Cadore, Passo Giau, Cortina d'Ampezzo, Passo Tre Croci, Lago di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, Val di Landro
Gradimento: ***/****
Difficoltà: ****/*****
NOTE: Come ieri il Fedaia, anche il Giau oggi viene scalato nella nebbia e al freddo. Tra tutti i passi dolomitici forse il Giau è quello che vanta la cima più spettacolare, ma in questa circostanza mi devo affidare al ricordo (ci arrivo per la terza volta), perché non si vede quasi nulla. E' anche una delle salite più difficili dell'area: le pendenze non sono regolari, e quando la strada s'impenna lo fa sul serio. Scendendo su Cortina riesco a vedere qualcosa di più. Dopo un breve giro per la città mi avvio senza indugi verso il Passo Tre Croci. Questo lo ricordavo più facile, ma per fortuna non è una salita lunga. Discesa verso il lago di Misurina, la cui bellezza è un po' offuscata dalla nuvolaglia che si sta raccogliendo attorno alle Tre Cime. La strada per le Tre Cime invece non l'avevo mai fatta: l'ambiente è impressionante, e le pendenze anche di più: ci sono lunghi tratti al 14% costante. Non oso pensare quanto ci avrei messo con una bici normale. La strada asfaltata finisce presso il Rifugio Auronzo, e per osservare il gruppo da una posizione ideale dovrei affrontare a piedi il sentiero scavato nella roccia che però non è transitabile in bicicletta. Torno quindi indietro, cercando di calcolare la mia autosufficienza elettrica, perché la prima batteria è già stata sostituita salendo al Tre Croci, e la seconda mostra ancora una "tacca" di carica residua, il che significa che l'autonomia è ridotta a dieci km scarsi. Percorrendo la bella Val di Landro, dal lago in poi su ciclabile, con alternanza fra motore spento e acceso in modalità "eco", riesco ad arrivare a Dobbiaco ancora con un briciolo di energia elettrica, oltre alla molta muscolare, usata pochissimo, che in caso di necessità mi sarei degnato d'investire.