DI COSA SI TRATTA: Cecoslovacchia anni '50: in un deposito di ferraglie trasformato in campo di lavoro per detenuti politici, che ivi scontano il loro passato borghese, s'intrecciano storie, nascono amori e amicizie.
COSA MI E' PIACIUTO:
la leggerezza e la bonaria ma non per questo ingenua ironia di Menzel, che asseconda al meglio la vena umoristica del geniale Bohumil Hrabal, co-sceneggiatore e autore del racconto da cui il film è ricavato. Il cinema cecoslovacco di quegli anni, per denunciare la tragica farsa del sistema stalinista e post-stalinista, era costretto a dire delle cose parlando d'altro, o parlando direttamente di quelle cose ma affogandole nel surrealismo. Ciononostante il film venne bloccato prima della sua uscita, e fu scongelato solo dopo la cosiddetta "rivoluzione di velluto". Lo stesso Hrabal, del quale consiglio di leggere tutto quello che vi capita a tiro, fece pubblicare la maggior parte dei suoi scritti all'estero, perlopiù in Germania. Ancora una volta per Menzel e Hrabal l'amore e il sesso hanno i connotati del gioco, talvolta crudele, ma pur sempre tale. Il ricorrente contrasto fra la forbitezza con cui si esprimono i personaggi e la futilità di quello che fanno rappresenta una costante stilistica. La capacità di far ridere con ciò che non fa ridere senza mancare di rispetto a nessuno è una dote preziosa.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': l'attore protagonista è lo stesso di Treni strettamente sorvegliati, cui aveva partecipato, in un ruolo secondario ma indimenticabile per la sua singolarità, anche Jitka Zelehonorská. Un'altra delle prigioniere è Vera Kresadlová, moglie di Milos Forman, già vista, o meglio ammirata in Konkurs.
Ho visto Allodole sul filo in
ceco con i sottotitoli in spagnolo.
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