COSA MI E' PIACIUTO:
buone le canzoni, e ben cantate (nell'edizione italiana c'è il
mitico Quartetto Cetra); tenera la storia (un inno alle gioie della
maternità e alla forza della diversità), con una sequenza
che mi commuove sempre: quella in cui il topo accompagna Dumbo a trovare
la madre rinchiusa in una gabbia; animazioni e grafica forse meno curate
rispetto a Biancaneve e i sette
nani, ma probabilmente ancora più fantasiose, con la perla
assoluta del balletto degli elefanti rosa, che a mio avviso è
il vertice assoluto di tutta la produzione disneyana pre-Pixar: una
sequenza che ha ispirato molti artisti fino ai nostri giorni, tutta
fatta di squisite, coloratissime assurdità. Apprezzabile la varietà
negli stili di disegno: si va dai classici corti musicali degli anni
20-30 (i viaggi in treno, soprattutto), al tratto tipico delle creazioni
più recenti (anni 60 in poi).
COSA NON MI HA CONVINTO: è corto, dura appena un'ora: peccato.
La parte relativa ai rumori è da ritenersi abbastanza povera,
trattandosi di un cartone animato, e la musica onnipresente non riesce
sempre a celare questa debolezza.
Ho visto Dumbo in inglese con i sottotitoli
in inglese. La lingua della traccia audio si può cambiare al
volo, mentre per i sottotitoli bisogna accedere all'apposito menù,
uscendo dal quale peraltro ci si ritrova, correttamente, dove si era
rimasti.
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