COSA MI E' PIACIUTO:
Tognazzi e Gassman tornano a recitare assieme in un film di Risi (dopo
I mostri), e sono di nuovo grandi. E ancora
più grandi, perché vedendoli uno accanto all'altro mai
mostrano in filigrana figure già note, come per esempio quelle
del Guarnacci e del pugile Altidori. In altre parole, si condizionano
e si esaltano a vicenda, ma in modo diverso rispetto al film precedente,
segno questo di trasfigurazione completa nei loro rispettivi personaggi.
La sceneggiatura è eccellente: credo che questo film risulterebbe
godibilissimo anche soltanto attraverso la lettura del copione (gli
autori sono Age e Scarpelli), con tutte quelle invenzioni linguistiche
legate alla ridicolizzazione degli stereotipi (i convocati dal magistrato
che parlano come se stessero già rileggendo il verbale, l'ingegnere
che si lancia in artificiose perifrasi condite di neologismi complicati
nelle quali tende ad incartarsi). Poi comunque Risi vi aggiunge tutta
la sua classe. I temi trattati sono attualissimi: gli italiani sembrano
non cambiare mai. Non sfuggirà al fruitore attento, ma neanche
al meno accorto, la possibilità di un accostamento a qualche
personaggio dei nostri giorni.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'amaro finale è così amaro da
poter sembrare arbitrario. Io lo trovo comunque accettabile.
CURIOSITA': Agostina Belli non l'avevo proprio
riconosciuta (all'epoca aveva 22 anni).
Questo film meriterebbe un'edizione assai migliore
di questa, ma per adesso, in mancanza di alternative, direi che ci si
può accontentare (il prezzo non è oneroso).
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