L'ANGELO AZZURRO

TITOLO ORIGINALE Der blaue Engel
ANNO 1930
PAESE Germania
REGIA Josef von Sternberg
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Emil Jannings, Marlene Dietrich
DURATA - FOTOGRAFIA 103' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD Ciné-club - Films sans Frontières
L'angelo azzurro (Der blaue Engel) - Von Sternberg: Marlene Dietrich

 

 

L'angelo azzurro (Der blaue Engel) - Von Sternberg
L'angelo azzurro (Der blaue Engel) - Von Sternberg
L'angelo azzurro (Der blaue Engel) - Von Sternberg: Emil Jannings
L'angelo azzurro (Der blaue Engel) - Von Sternberg

 


Punteggio assegnato al film: ****
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): **½

Recensione del 9/6/2004

 

 

Qualità video: il quadro è costantemente un po' sbiadito sulla parte destra dello schermo, ci sono molti segni (non troppi), ma niente tagli bruschi, e nel complesso si può essere abbastanza soddisfatti
Qualità audio: sufficiente
Lingue: Tedesco Mono
Sottotitoli: francese, inglese
Formato video: 4/3
Extra significativi: un testo di presentazione del film, del regista e dei due interpreti principali, scarno ma interessante (in francese)

La versione doppiata che abbiamo sempre visto sulle nostre televisioni dura meno di un'ora e mezza, mentre il Morandini indica una durata di 98'. Ne deduco che questo dvd francese (il titolo sulla copertina è L'ange bleu) contiene un'edizione molto più completa del film.


COSA MI E' PIACIUTO: è il primo film parlato del cinema tedesco, e lo si può intuire dalla parsimonia - lodevole - con cui vengono utilizzati i dialoghi. E' un classico, perchè non ha perso nulla del suo vigore, che sfocia nella celebre, agghiacciante scena della follia del professore sul palcoscenico dell'Angelo azzurro (il nome del locale, non della protagonista), destinata a placarsi nello struggente finale. La bella colonna sonora sta tutta nelle canzoni cantate dalla Dietrich. L'unico commento musicale esterno accompagna brevemente l'epilogo. Rispetto a L'ultima risata, qui Jannings, grazie al sonoro, cui si è adattato subito in modo ammirevole, esibisce uno stile di recitazione assai più sobrio ed efficace, che consente a Sternberg di far esplodere il dramma nella scena madre con inattesa violenza. Marlene Dietrich non deve far molto per essere convincente: è uno dei più fulgidi simboli di femminilità della storia del cinema, bisognerebbe essere ciechi, o lignei, per non rendersene conto, ma ciò di cui non mi ero mai accorto è la sua straordinaria somiglianza, in molte espressioni, con Juliette Binoche.

COSA NON MI HA CONVINTO: non c'è neanche la pesantezza quasi programmatica che secondo la mia sensibilità affligge la maggior parte del cinema tedesco, e quindi non ho nulla da dire.


Ho visto L'angelo azzurro in tedesco con i sottotitoli in francese.


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Nota sulle immagini