COSA MI E' PIACIUTO:
prima di tutto la realizzazione tecnica, che secondo me è superlativa.
Siccome una delle accuse che si muovono comunemente al cinema italiano
di oggi è la mancanza di professionalità, questo film,
sono lieto di poterlo sottolineare, è la dimostrazione che la
conoscenza del mestiere è in certi casi profonda. Fotografia,
riprese, montaggio, suono, ognuno di questi elementi concorre in modo
ideale a far funzionare una regia molto efficace, ricca di spunti emozionanti.
Io ho apprezzato molto anche la scrittura, criticata da molti, per l'uso
costante dei mezzi toni in luogo dei contrasti, a prescindere dalle
situazioni, senza mai generare indifferenza o peggio noia. Ricorrono
le immagini attraverso i vetri: porte, finestre, finestrini delle auto.
Indipendentemente dal desiderio di sottolineare la solitudine di ogni
personaggio, sono immagini belle da vedere. Applaudo vigorosamente i
due protagonisti, Lo Cascio e Ceccarelli. Il finale, fatto di nulla
eppure commovente, poteva funzionare solo con due grandi interpreti.
E unisco al mio elogio Silvio Orlando, in vesti inusuali per lui alle
quali sa adattarsi senza fatica. Infine, buona parte della suggestione
quasi ipnotica del film si deve alle belle musiche di Ludovico Einaudi.
Musiche elementari nel senso migliore del termine. In un paio di sequenze
è palesemente il film a vestire la musica, e non viceversa. Il
motivo principale, che accompagna i titoli di coda, mi piace moltissimo.
COSA NON MI HA CONVINTO: gli attori di contorno sono qualche volta un
po' approssimativi. Ne tiro fuori, però, Toni Bertorelli (il
Conte Bulla de L'ora di religione),
che ha uno stile di recitazione teatrale che purtuttavia si adatta benissimo
al cinema.
CURIOSITA': Luce dei miei occhi è
stato massacrato da buona parte dei critici italiani, con motivazioni
spesso nebulose, ma con una compattezza che fa sospettare una presa
di posizione della categoria nei confronti di Piccioni.
Ho visto Luce dei miei occhi in italiano.
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