MICHAEL

TITOLO ORIGINALE Michael
ANNO 1924
PAESE Germania
REGIA Carl Theodor Dreyer
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Benjamin Christensen, Walter Slezak, Nora Gregor, Max Auzinger, Robert Garrison, Grete Mosheim, Didier Aslan
DURATA - FOTOGRAFIA 89' - bianco e nero
PRODUTTORE DVD San Paolo
Michael (Dreyer)

 

 

Michael (Dreyer)
Michael (Dreyer)
Michael (Dreyer)
Michael (Dreyer)

 


Punteggio assegnato al film: ***1/2
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ***

Recensione del 15/5/2009

 

 

Qualità video: discreta. Un bel po' di sporcizia e qualche taglio, ma l'immagine è molto incisa.
Qualità audio: ottima (colonna musicale di Pierre Oser)
Lingue: film muto
Sottotitoli: cartelli originali in tedesco sottotitolati in italiano
Formato video: 1.33:1 4/3
Extra significativi: una scheda audio-video di Pino Farinotti e un documentario sul cinema di Dreyer della durata di 19'.

Il dvd fa parte di un cofanetto che comprende altri due film muti di Dreyer: L'angelo del focolare e Pagine dal libro di Satana.


DI COSA SI TRATTA: il famoso pittore Claude Zoret protegge il giovane Michael, che gli fa da modello ed è per lui fonte di ispirazione e figlio adottivo, ma che finirà per prosciugare la sua vena artistica e il suo patrimonio.

COSA MI E' PIACIUTO: il pittore Zoret è un emblema della solitudine dell'artista, che riesce ad attingere al culmine della propria capacità espressiva solo attraverso il vuoto degli affetti. Finché il giovane Michael (figlio? ideale amante?) è con lui, la sua vena s'inaridisce, ed è Michael a dare un senso al ritratto della principessa, che è innamorata di lui, cogliendone lo sguardo, mentre l'anziano maestro riesce a carpirne l'essenza solo quando lei non c'è; soltanto come creatura ideale, quindi. Zoret ritroverà sé stesso come artista solo nella solitudine, ritraendo un uomo vecchio che ha perso tutto, in definitiva un autoritratto. Tramite una vicenda parallela, il film illustra anche il trionfo inesorabile della gioventù, a cui la vecchiaia può cercare di opporsi solo ricorrendo ad atti distruttivi.
Dreyer esibisce la straordinaria maturità espressiva del suo cinema, nel quale c'è già tutto. Per esempio, la bellezza figurativa che ritroveremo in altri grandi film, molto più recenti, incentrati sulla pittura, partendo dai ritratti iniziali che introducono i personaggi. O la capacità di far comprendere con una sola fugace inquadratura una situazione complessa. La recitazione è asciutta ed essenziale. E' molto bella e funzionale la colonna musicale, recente, composta ed eseguita da Pierre Oser al pianoforte, affiancato da un clarinetto e da un violoncello.

COSA NON MI HA CONVINTO: sul cofanetto è riportato il titolo danese, Mikaël, ma non ne comprendo il motivo. La produzione del film è tedesca, e il titolo danese è semmai quello del romanzo da cui è stata tratta la sceneggiatura.


Ho visto Michael con i cartelli originali in tedesco e i sottotitoli, escludibili, in italiano.


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Nota sulle immagini