COSA MI E' PIACIUTO:
7 anni dopo Il grande dittatore, Chaplin fa un passo indietro
sulla strada della storia e spiega perché si fanno le guerre,
e a chi servono realmente. La vicenda di Verdoux è una proiezione
in scala ridotta dell'avventura dei grandi mercanti di armi e dei politici
in affari con essi, e la differenza è illustrata nell'amara riflessione
di Verdoux in carcere: rispetto a certa gente che popola questa epoca,
io non sono che un umile dilettante. Se commetto un singolo crimine,
sono un delinquente, se ammazzo o provoco indirettamente la morte di
milioni di innocenti, si tratta di affari: è il numero che legalizza.
I toni giocosi della commedia brillante rendono allegra anche una storia
terribile come questa, e non di rado riaffiora lo spirito burlesco di
Charlot, in due scene su tutte: il tentato omicidio sulla barca, e le
nozze frustrate dalla presenza inopportuna di un'altra "amica".
Nella sequenza della cattura c'è perfino un passaggio da comica
muta, che offre la possibilità di apprezzare quanto il quasi
sessantenne Chaplin fosse ancora agile e scattante. L'incontro con la
giovane belga appena uscita dal carcere fornirà lo spunto per
la storia di Luci della ribalta.
COSA NON MI HA CONVINTO: ad eccezione della ciclonica Martha Raye, gli
altri attori non hanno il carisma che occorrerebbe al cospetto di un
gigante come Chaplin. Musiche più fiacche e meno ispirate del
solito.
Ho visto Monsieur Verdoux in lingua
originale con i sottotitoli in italiano.
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