COSA MI E' PIACIUTO:
il virtuosismo tecnico di questo film girato come se fosse un unico
piano sequenza è ammirevole, anche se rischia di distrarre l'attenzione
dai contenuti. Per esempio l'individuazione dei tagli è un gioco
molto affascinante (dalla soluzione non proprio difficile), ma si finisce
per perdersi frammenti di dialogo (cosa importante), e ci si dimentica
di controllare se il cambio di luce del fondale è progressivo
oppure no (sciocchezza, un gioco a sua volta). Geniale la scena in cui
Stewart legge le iniziali sul cappello, e contemporaneamente si ode
una voce fuori campo che nomina il cognome del padre dello scomparso
(lo spettatore infatti ne ricorda quasi certamente solo il nome) mentre
gli ospiti stanno per andarsene. Molto spiritosi alcuni dialoghi, soprattutto
ove sono coinvolti i personaggi femminili. Ma la sequenza migliore in
assoluto, secondo me, è il finale, con la sirena della polizia
che sembra inondare la scena ormai placata.
COSA NON MI HA CONVINTO: il riferimento all'omosessualità dei
due amici omicidi, di cui ci informa il documentario, è talmente
sfumato che non mi sono accorto di nulla. Ci furono problemi con la
censura, e l'originale teatrale fu pesantemente modificato di conseguenza.
Il risultato è che anche ripensandoci a ritroso, non capisco
cosa c'entri l'omosessualità in questa storia: mi pare che non
aggiunga né tolga nulla. Stewart mi sembra un po' fuori parte.
Le zoomate per nascondere i cambi di rullo non fanno altro che sottolinearli.
Sokurov, in Arca russa, sarà talmente
più raffinato, molti anni dopo, che realmente non si capisce
se i "neri" siano stati introdotti per sicurezza o se siano
stati davvero sfruttati per tagliare la sequenza. Ho percepito in generale
un clima di artificio, di sterile esercizio di bravura. Ammirevole,
come ho detto all'inizio, ma raggelante. Come giustamente osserva lo
sceneggiatore, se Hitchcock non avesse voluto a tutti i costi mostrare
l'omicidio in apertura, ci sarebbe stata molta più suspense,
soprattutto nella zona-cassapanca. L'idea filosofica di fondo mi è
parsa irrisolta sul piano drammaturgico.
CURIOSITA': il brano eseguito più volte
al pianoforte, e arrangiato per orchestra sui titoli di testa e su quelli
di coda, è il delizioso Mouvement Perpétuel n.1 di Francis
Poulenc. L'attore non suona veramente, e per quanto si prodighi ciò
si capisce benissimo.
Ho visto Nodo alla gola in lingua originale
con i sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it
Alfred Hitchcock su Amazon.it