COSA MI E' PIACIUTO:
il tema scabroso imponeva ad Almodóvar di rinunciare al piacere
di scandalizzare sorridendo che è una delle principali caratteristiche
del suo cinema. Il risultato dimostra che è perfettamente in
grado di realizzare un grande film contando solo sulla sua grande sensibilità.
Questa volta la donna è l'oggetto della vicenda, mentre i protagonisti
sono gli uomini, due uomini molto diversi fra loro, che però
si trovano nella medesima situazione e finiscono ovviamente per diventare
amici per la pelle. Ci sono diversi momenti fortissimi, incastonati
in una struttura straordinariamente ben costruita. La breve sequenza
della corrida lascia tramortiti. Il sarcasmo di Almodóvar, che
peraltro non nega il suo giudizio morale sulla vicenda, è confinato
in sporadici momenti d'importanza marginale (i pettegolezzi fra le infermiere,
la portinaia), quantunque utili per stemperare un po' la tensione. Il
film si apre e si chiude con due bellissimi numeri di balletto, e offre
altri squarci di splendore figurativo con il film muto dell'uomo che
rimpicciolisce (momento altamente significativo), la vestizione della
torera, l'inquadratura dall'alto degli uliveti che fa pensare d'acchito
ad una stoffa a fiori. Alla fine è difficile contenere l'emozione.
Bravissimo Javier Cámara nei panni di un personaggio che è
uno dei vertici di Almodóvar. Belle le musiche (Alberto Iglesias
e Vicente Amigo, ma anche Henry Purcell).
COSA NON MI HA CONVINTO: fra gli interpreti principali, Darío
Grandinetti è quello che in un paio di passaggi perde un po'
il controllo della sua recitazione, ma nel complesso è bravo
anche lui.
CURIOSITA': fra coloro che ascoltano Caetano Veloso
ci sono Marisa Paredes e Cecilia Roth, protagoniste di Tutto
su mia madre.
Ho visto Parla con lei in spagnolo.
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