COSA MI E' PIACIUTO:
i film di Kitano son sempre ricolmi di piccole e grandi sorprese. Sapendolo,
si è sempre sulla corda, perché ci si aspetta sempre qualcosa,
anche nelle occasioni in cui poi non succederà niente. Kitano
sa rendere poetica perfino una sparatoria, e qui di sparatorie ce ne
sono tante. Bellissime immagini (il nostro è anche pittore, chi
ha visto Hana bi lo sa bene). Fra le sorprese, la comprensione
del titolo, che avviene solo verso la fine. Il film infatti è
tripartito come una Sonata in tre movimenti. I tempi sono: Adagio -
Scherzo - Tempo I. Alla fine ci si rimane proprio male, nel senso buono.
Kitano corrobora il suo talento nella regia con il suo inconfondibile
stile di recitazione. Le invenzioni comiche della parte centrale sono
davvero insolite (i lottatori sulla spiaggia, la battaglia con i bengala,
le trappole nella sabbia). Ma anche molte delle scene di violenza sono
ammantate di sottile ironia.
COSA NON MI HA CONVINTO: non è colpa di Kitano, ma della mia
incapacità di ricordare i nomi dei personaggi, figuriamoci se
sono giapponesi: fatto sta che ho fatto un po' di fatica a seguire la
trama, benché non sia particolarmente complicata. Un appunto
all'edizione: in alcune scene non parlate, i sottotitoli per non udenti,
a un udente, danno fastidio. Perché non concedere la possibilità
di toglierli?
CURIOSITA': nella colonna sonora, senza infamia
e senza lode, si inserisce (capitolo 15, la lotta sulla sabbia), come
contrappunto del tema principale, qualche frammento di cori
bulgari. Va ricordato che la musica etnica bulgara riscuote in Giappone
un vasto successo.
Ho visto Sonatine in giapponese con i
sottotitoli in italiano.
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