COSA MI E' PIACIUTO:
il cinema di Tarkovskij è anzitutto un cinema d'immagini. E'
attraverso le immagini che ogni film acquista immediatamente la sua
impronta. La prima parte, fuori dalla Zona, è in un bianco-nero
contrastatissimo, che crea una forte sensazione di irrealtà.
Viceversa, una volta dentro la Zona, la fotografia paradossalmente si
normalizza, si fa quasi sciatta. I dialoghi non hanno nulla di particolarmente
complesso, ma sono strani, come se ci si trovasse in un universo parallelo.
Non surrealismo, ma "alterrealismo": tutto ha una logica,
ma è una logica irriconoscibile. Il talento pittorico di Tarkovskij
si esprime soprattutto in chiave naturalistica e/o astratta, con uno
spunto d'ispirazione escheriana (si veda il terzo fotogramma qui sopra).
Notevole l'interpretazione dei tre attori protagonisti.
COSA NON MI HA CONVINTO: ho sempre ammirato i film di Tarkovskij il
cui senso è nascosto, ma che non mi pongono domande. Questo mi
pone delle domande, ma non capisco quali, figuriamoci se posso provare
a dare delle risposte. Forse non sono ancora pronto per capirne il messaggio.
O forse il confronto con Ordet, a proposito di film che parlano
di fede, mi mette un po' in imbarazzo, pensando alla linearità
e alla chiarezza del capolavoro di Dreyer. Finale affascinante dal punto
di vista figurativo, ma totalmente arbitrario. La lentezza in Solaris
è un valore strutturale, qui sembra un diluente.
Ho visto Stalker in russo con i sottotitoli in italiano.
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