COSA MI E' PIACIUTO:
è un Totò insolitamente irrorato di surrealismo, anche
se alle prese con problemi molto concreti come il reperimento di un
alloggio e del pane quotidiano. I "numeri" migliori sono quello
dell'ispezione scolastica, con Totò che si finge infante di fronte
a una giovane e bellissima Marisa Merlini, e quello dell'agenzia immobiliare
gestita, pro tempore, da Mario Riva, che l'ha aperta solo per trovare
un alloggio per sé. Un Totò ancora giovane si permette
il lusso di celentaneggiare: si veda la scena dei timbri. Totò
fa sempre ridere, come lo zucchero è sempre dolce e il sale sempre
salato.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'eclettismo stilistico confina pericolosamente
con il collage in libertà. Accanto alle scene che funzionano
ancora oggi, ci sono quelle irrimediabilmente datate sotto il profilo
della resa comica (l'appartamento presso il camposanto), e soprattutto
nella parte iniziale c'è qualche trasandatezza di troppo nella
confezione. Non è mica teatro, che quando l'attore s'impapera,
anche lievemente, tira avanti e nessuno ci bada; al cinema la scena
si dovrebbe rifare.
Ho visto Totò cerca casa in italiano.
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