DI COSA SI TRATTA: gli zii di un giovane laureando in medicina lasciano il paesello per raggiungere il nipote a Milano, dove si è recato per seguire un'attrice del varietà.
COSA MI E' PIACIUTO: il film ha un minimo di rigore costruttivo, e ai due mattatori è permessa l'improvvisazione sempre entro i limiti del solco tracciato. Pur essendo innervato da alcuni elementi ricorrenti più e più volte, come l'ostilità verso il vicino e relativo sistematico lancio del sasso nei vetri, il nascondiglio della scatola con il denaro, il motto di Peppino "e ho detto tutto" anche quando non ha detto proprio niente, le canzoni cantate da Teddy Reno, il film poggia saldamente su almeno due scene da antologia: la dettatura della lettera alla fidanzata del nipote, e il dialogo fra Totò e Peppino e il vigile in Piazza del Duomo ("noio..."). La prova di Totò e Peppino è assolutamente spettacolare, ma gli altri reggono il passo. Musiche di collegamento fra una canzone e l'altra (fra cui la celeberrima "Malafemmina" scritta da Totò) composte dal giovane e già bravo Lelio Luttazzi.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Totò, Peppino e ... la malafemmina in
italiano.
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