COSA MI E' PIACIUTO: l'uso dei colori, che non
è nemmeno pittorico, se non in chiave astrattista, ma piuttosto
concettuale. La lunga sequenza girata nell'appartamento con Piccoli
e la Bardot è composta da tutta una serie di inquadrature bellissime
di per sé, osservando le quali sembra di assistere a una partita
di Otello giocata con pedine bianche e rosse. Brigitte Bardot è
nel pieno del suo fulgore. La musica di Delerue (Jules
et Jim, La meglio gioventù)
ha l'intonazione drammatica e al tempo stesso pacata di un adagio vivaldiano
(il film del resto è girato in Italia), e il classicismo insito
nel 700 musicale italiano per un verso ci rimanda all'antica Grecia
di cui si occupano i protagonisti di questo film, ma suscita una strana
sensazione di distacco rispetto ai toni di commedia elegante che contraddistinguono
il racconto, fino a che, con precipitosa evoluzione, gli eventi giustificano
la colonna sonora e la riabbracciano nel finale. Godard fa un uso ardito
del collage, visivo e sonoro, anche se i risultati sono a mio avviso
meno spontanei che in Pierrot le fou.
COSA NON MI HA CONVINTO: lo sperimentalismo certe
volte un po' troppo ricercato. Il ritmo involuto: in alcune occasioni
si ha l'impressione di marciare sul posto. Michel Piccoli ha un modo
delizioso di recitare, con quella sua aria scanzonata e beffarda, e
il suo abbassare la testa come per controllare se le piastrelle del
pavimento sono ancora tutte al loro posto proprio nel momento in cui
ci si aspetta da lui la frase clamorosa che cambia il corso del film,
però - probabilmente perché così gli viene richiesto
- non cambia mai, e alla distanza rischia di diventare monotono.
CURIOSITA': Fritz Lang non è un omonimo
del regista di M, è proprio lui. C'è una scena
in cui i personaggi escono da un cinema in cui è in programmazione
Viaggio in Italia, di Rossellini. Ricordiamo che Godard, prima
di diventare regista, era un critico cinematografico, e in quelle vesti
dichiarò la sua predilezione per quel film. Non solo: per certi
aspetti (la crisi del matrimonio, l'ambientazione campana), Il disprezzo
gli somiglia.
Ho visto Il disprezzo in francese con
i sottotitoli in spagnolo (beh, che c'è di male?).
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