COSA MI E' PIACIUTO:
il romanzo di Nabokov ha una prima parte di straordinaria densità
emozionale resa grazie a un virtuosismo linguistico miracoloso (soprattutto
se si pensa che Nabokov era russo, ma scriveva in inglese, lingua che
per sua stessa ammissione parlava "come un bambino"), densità
che però non riesce poi a mantenere. Va anche detto che la parte
iniziale del romanzo nel film non è nemmeno accennata, sostituita
da un'anticipazione dell'epilogo. In questo modo, anziché spiegare
le ragioni che favoriscono l'attenzione di Humbert verso Lolita, Kubrick
illustra, traendole dalla storia medesima, le traiettorie dell'amaro
destino del professore. Della forma del romanzo, ma in generale, non
di quello di Nabokov in particolare, Kubrick conserva la divisione in
capitoli, sottolineata da un nero di stacco insolitamente lungo. Un
nero che a me suggerisce proprio la definizione del genere: questo è
soprattutto un film nero, non dico noir perché
di francese c'è solo la letteratura che il prof. Hunbert insegna
all'università. A mio avviso il film che più si avvicina
a questo del resto è, fra i capolavori, Viale
del tramonto, paradigma e del cinema nero, e della commedia
hollywoodiana. Lolita dura 147', e non conosce flessioni. Kubrick
non aveva mai affrontato le tipologie cui questo film può essere
accostato, né la commedia, né il melodramma, né
la trasposizione di un grande romanzo, e sembra che non abbia fatto
altro nella sua carriera, tale è la sua consapevolezza stilistica
nella scrittura e nella direzione. Attori tutti bravissimi, come in
ogni film di Kubrick, ma riserverei un elogio particolare a Peter Sellers
e a Shelley Winters (la perla è quando scherza sul nome del professore
e chiede se l'"Humbert" appena pronunciato da lui fosse, in
base all'intonazione, il nome o il cognome). Il tema musicale, che è
denominato "Tema di Lolita" ma è in realtà associato
ai fallimenti di Humbert Humbert, contiene nel suo spudorato patetismo
quella componente ironica che è perfettamente in linea con lo
spirito del film.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': Sue Lyon all'epoca non aveva 13 anni,
come afferma il Dizionario Morandini, ma 16... comunque non abbastanza
per essere ammessa in sala alla prima del film che aveva interpretato.
Consiglio la lettura non solo del romanzo di Nabokov (se lo leggete
in inglese tenete a portata di mano un dizionario, perché le
rarità lessicali sono assai numerose), ma anche della parodia
intitolata Nonita, scritta da Umberto Eco e inserita nel celebre
Diario minimo.
Ho visto Lolita in inglese con sottotitoli
in italiano.
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