COSA MI E' PIACIUTO:
film di rara utilità sociale (l'anno successivo in Belgio fu
emanata la "legge Rosetta" per aiutare i giovani a trovare
il primo lavoro), è un documento - ma non un documentario - sul
disagio giovanile rispetto alla società di oggi e in particolare
al mondo del lavoro, che fa molto pensare, che coinvolge e commuove,
attraverso uno stile di ripresa e di narrazione che potrebbe anche infastidire
taluni, ma che finisce per conquistare i più, in virtù
della sferzante sincerità. La giovane protagonista infatti non
ci viene presentata in modo da favorire la nostra complicità
e la nostra compassione: è scontrosa, ostile, l'ostinazione dei
suoi riti (la pesca, l'attenzione maniacale nel mettere ogni cosa al
suo posto - proprio perché è lei stessa a non sentirsi
al suo posto) risulta quasi sgradevole, anche se i motivi di questi
comportamenti sono chiari fin dal principio. Ci sono almeno due sequenze
da antologia: la "preghiera laica" sussurrata da Rosetta prima
di addormentarsi a casa dell'amico, e il finale, che inevitabilmente
mi ricorda l'ultima inquadratura di Luci della città.
E' un film che per la sua struttura ripetitiva si presta ad essere rivisto
molte volte, quasi come uno dei riti di Rosetta, un po' come se le si
volesse far compagnia nell'ennesima ripetizione del suo viaggio tribolato.
Emilie Dequenne, folgorante rivelazione, premiata a Cannes, inizia qui
una luminosa carriera, anche se ancora non ha avuto modo di cimentarsi
in un altro ruolo che mettesse in luce tutto il suo talento com'è
accaduto con Rosetta. Credo che fra le sue doti maggiori vi sia la versatilità.
Vedremo. I Dardenne sapranno ripetersi con Il
figlio, in cui il ruolo principale sarà sostenuto dal
bravissimo Olivier Gourmet (e anche lui sarà premiato a Cannes
come miglior attore). Rosetta è un film che potrebbe
non piacere a molti - e infatti se girate per la rete non faticherete
a trovare critiche molto severe, persino offensive - ma la cui visione
sarebbe in ogni caso utile a tutti, alla stregua di certe medicine amarissime.
COSA NON MI HA CONVINTO: non è per andare a caccia di difetti
che ho già visto Rosetta otto volte, perché se
fosse così tornerei sempre a casa col carniere vuoto.
CURIOSITA': i fratelli Dardenne hanno scelto il
nome di Rosetta in omaggio alla scrittrice italiana Rosetta Loi. Naturalmente
nel film il nome viene pronunciato con l'accento sulla a.
Ho visto Rosetta in francese. I sottotitoli,
se non ricordo male, sono abbastanza buoni. Consiglio invece di evitare
il doppiaggio: colei che presta la sua voce a Emilie Dequenne sembra
che abbia ingoiato un rastrello.
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