Guardo fuori dalla mia gelida stanza ("Il
gelo in una stanza" parole e musica di Cino Paoli), ove coperta,
piumino, maglietta e maglia di pile mi sono bastati appena, e non credo
ai miei occhi: un bel cielo azzurro tutto per me. Devo approfittarne!
Già, peccato che l'albergatore si sia mangiato la sveglia, e
che invece che alle 8 si presenti alle 8,45. Partenza alle 9,20. Mentre
giro attorno all'enclos di Guimiliau (1,
2, 3,
4, 5,
6, 7),
che dista 4 km scarsi da Lampaul-Guimiliau, vedo arrivare, assieme a
un nugolo di turisti, il solito compatto banco di nubi nere. Ci risiamo.
Gli enclos di St-Thégonnec (1,
2)
e Morlaix sono meno interessanti. Sulla strada, molti ciclisti della
domenica. A Morlaix comincia a piovere, e non smetterà più
fino alla fine. Il tratto di strada che costeggia la spiaggia, dopo
Plestin, è addirittura avvolto in una nube acquosa. Non se ne
può più. A Lannion (1,
2, 3)
getto la spugna (intrisa d'acqua, ovviamente), e mi rifugio in un albergo
per farmi una dormita. Le previsioni meteo per i prossimi giorni non
sono favorevoli, e ho notato che vicino alle coste il tempo è
peggiore. Se domattina fosse già brutto, potrei tagliare direttamente
verso St-Brieuc, passando per l'interno, e ne risulterebbe probabilmente
una noiosa tappa di trasferimento. Sarebbe frustrante essere arrivati
fin qui per poi tagliar fuori tutti i posti più interessanti,
ma ancora più frustrante sarebbe vedere un mare grigio sotto
un cielo grigio avvolti in una nebbia grigia. I bretoni hanno una frase
tipica che mi sento ripetere spesso: "Non una buona giornata per
andare in bicicletta". Ormai ho attivato la risposta automatica:
"Il problema è che me lo dite tutti i giorni". La schiena
sta leggermente meglio. Ho visto uno scoiattolo.
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