Ripartiamo da Campioni del Mondo, passando
tra centinaia di vessilli tricolori. Noi stessi abbiamo attaccato alle
borse delle bandierine di carta che ci hanno dato in albergo prima della
partita. C'è un bel sole, e questa volta il tempo reggerà
fino a sera. Tappa con ben poca pianura, fin dalla prima salita della
Presolana. La strada procede
nel verde, con pendenze non indifferenti. Il paesaggio è più
interessante in discesa. Si scende fino a Dezzo
di Scalve, donde si ritorna a salire verso il Passo
del Vivione (1828 m). Si tratta di un'ascesa lunga e dalle pendenze
molto irregolari. Facciamo una pausa-spuntino a Schilpario (1124 m).
Subito dopo la strada si stringe fino alle dimensioni di una passatoia,
che si dipana principalmente fra boschi. L'ambiente naturale è
stupendo, il traffico quasi assente. L'unico motivo di disappunto è
fornito dagli sciami di mosche che ci accompagnano quasi fino in cima.
In discesa la strada è sempre molto stretta, ma assai ben asfaltata.
Porta fino a Forno Allione. La parola chiave è "forno".
Ci togliamo subito le mantelline, per affrontare il falsopiano in salita
che conduce a Edolo. Gaetano lungo la salita del Vivione ha rotto un
raggio della ruota posteriore, ma troverà solo all'Aprica qualcuno
in grado di sostituirglielo. Lo farà domattina. Da Edolo la salita
al Passo dell'Aprica è condizionata soprattutto dalle fatiche
precedenti: le gambe danno quello che possono, ma fortunatamente le
pendenze non superano mai il 7% e vi sono lunghi tratti di falsopiano
che consentono di racimolare le ultime energie da appendere allo striscione
d'arrivo.
|
|