TAPPA 18 : ZARAGOZA - HUESCA

 

 

79,8 km - Dislivello: 658 metri - Gradimento: ***½

 

Procedendo verso nord, oggi ho il vento dell'ovest, sempre alquanto collerico, che cerca di buttarmi fuori strada. I primi tre quarti dell'itinerario sono la perfetta esemplificazione del nulla. Incredibilmente proprio in questa fase incrocio una coppia di giovani cicloturisti: lui cavallerescamente la protegge dal vento e ha la tipica espressione di chi vorrebbe tanto essere altrove, lei è contenta e mi saluta con incredulità ed entusiasmo.

Un problema molto fatidioso qui in Spagna è che spesso gli alberghi non servono la prima colazione. Pessimo, per un cicloturista.

Nell'ultimo quarto di giornata la tappa trova il suo pieno riscatto. La cittadina di Almudévar mostra in lontananza una chiesa e delle rovine sulla sommità di un colle. Vado a verificare, e scopro che vi soggiornano numerose cicogne, le quali, infastidite dalla mia presenza, dànno vita a uno spettacolo di volo. Meraviglia delle meraviglie.

Il sole è caldo, ma il vento è fresco, e non impetuoso come a fondo valle, e in quel contesto vivo uno di quei momenti di beatitudine che capitano sempre almeno una volta in un ciclogiro, e che da soli lo giustificano.

 

 

 

 

 

 

 

Prima di lasciare Almudévar, scorgo un cartello che indica "las bodegas". Si tratta di piccole costruzioni scavate nella roccia, apparentemente abbandonate (ma di sicuro vicino alla chiesa ce n'è una abitata, poiché vi ho visto entrare un anziano signore). Ricordano un po' i sassi di Matera, o anche analoghe costruzioni nei dintorni di Almería.

Dopo Almudévar (una deformazione della parola araba Almodóvar, che significa rotondo), il vento si fa sempre più violento, mentre il paesaggio diventa particolarmente suggestivo, anche per effetto della luce del pomeriggio filtrata dalle nubi impazzite.

Huesca è una città prevalentemente moderna ma con alcuni monumenti di un certo interesse. La gente di qui ha facce strane.


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