Il cielo di stamane mi conferma che Verdun è un posto maledetto, o se si preferisce, molto gradito a Giove Pluvio. Ricomincia a piovere proprio mentre sto abbandonando Verdun seguendo il corso della Mosa.

Appena lasciata Verdun, va subito meglio; pioverà un po' solo quando sarò a Commercy.

Ho idealmente suddiviso i circa 120 km della tappa in tre parti, in modo da fare due pause alimentari ai km 40 e 80; e così sarà.

A St. Mihiel, proprio in uscita, m'imbatto nella chiesa abbaziale di Saint Michel, banale all'esterno, bellissima all'interno. Mi disturba un po' la presenza di una famigliola inglese, pa', ma', un ragazzo e una ragazza (carina, almeno questo), che si sparpagliano per la chiesa, ciascuno con una propria macchina fotografica, chiudendo tutti i varchi alla mia fotocamera. Certamente non lo fanno apposta, ma sembra quasi.

I 18 km fino a Commercy sono, come i precedenti, disturbati da un forte vento laterale.

A Commercy c'è un bel castello, a occhio direi settecentesco. Un acquazzone improvviso mi costringe a una breve pausa.

Per strade secondarie raggiungo Toul, in cui riesco a visitare, in extremis perché l'orario di chiusura è prossimo, la sontuosa cattedrale.

Secondo il mio programma, ricavato dalle mappe di Google, mancherebbero a Nancy 32 km, e sono già le 18,45. Chiedo al mio Tomtom se per caso ha una soluzione migliore da propormi: ce l'ha, quel briccone. La D400, che costeggia a lungo l'autostrada, mi porta nel centro di Nancy in circa 25 km, superando oltre 200 metri di dislivello.

E' troppo tardi per recarsi in Piazza Stanislas. Opto per una pizza strana ma buona in un ristorante strano ma accogliente gestito da un turco strano ma simpatico.

Prosegui il viaggio (tappa 29)

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