2. BRESCIA - VERONA
82,2 km - disl. 338 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Dovendo recuperare un po' di sonno, sono partito alle 9,35, raggiungendo il centro di Brescia. Un giretto fra piazza della Loggia e Piazza Paolo VI, al cospetto dei bianchi edifici della Leonessa, poi via verso il Garda.
La giornata si annuncia subito calda, anche più di ieri, ma io dico sempre che in estate PRETENDO che faccia caldo. La punta massima sarà di 36 gradi a Sirmione. Le temperature all'ombra sono più basse, lo so, ma alle 13 di una giornata estiva l'ombra dov'è?
Fuori Brescia, verso il Garda, si passa per Rezzato, che esibisce la settecentesca Villa Fenaroli, oggi sede di un hotel (di lusso, suppongo).
Per raggiungere il lago ho scelto la strada, dolcemente ondulata, che passa per Padenghe. Discesa non ripida, e all'ora di pranzo arrivo a Desenzano, dove prendo un'inedita pizza-piada, che è una pizza fatta con la pasta della piadina. Se volessi rovinare la sorpresa a chi pensasse di provarla, direi che oltre a essere insolita è anche buona.
Seduto di fronte al lago con la mia invidiabile pizza-piada, vedo arrivare un cingalese, o giù di lì, che accompagna 4 figlioletti, uno più bello dell'altro. Poco dopo arriva la giovane madre, bellissima, che reca il quinto erede, l'ultimo arrivato. Mamma e papà sono incantevoli per la loro amorevolezza. Poco più tardi vedrò il rovescio della medaglia: due giovani italiani accompagnano i pargoli nell'attraversamento della strada. Uno resta indietro, distratto da qualche cosa. Il padre lo afferra e lo sospinge sul marciapiede opposto, raggiunto il quale gli molla una sberla sulla nuca mandandolo lungo e disteso con la faccia sull'asfalto. Si scusa, cerca di consolarlo? Macché! Lo afferra per un braccio e lo rialza da terra come se fosse un fantoccio. Io proseguo perché il rischio di venire investito dalle auto alle mie spalle è consistente, ma avrei avuto una gran voglia di tornare indietro e di scagliare la bicicletta con tutte le borse addosso a quel padre indegno (come fanno abitualmente i difensori nella ciclopalla), portando via con me quel bambino sfortunato.
A Sirmione vengo fermato all'ingresso da un vigile cortesissimo, come sempre sono i bresciani, che mi fa capire che il divieto alle biciclette nel centro storico, d'estate, ha motivazioni rigidamente euclidee. Peccato, sette chilometri buttati nella latrina.
Ripercorso l'istmo a ritroso, punto decisamente verso Verona, attraverso altre ondulazioni. Il paesaggio sarebbe apprezzabile se non fosse celato dalle molte costruzioni ai lati della strada.
Arrivato nella capitale del pandoro, appoggio la bici ad un muro, estraggo l'iPad da una delle borse e chiedo anzitutto dove mi trovo esattamente (spillo blu sulla mappa), poi dove sono gli alberghi più vicini (spillo rosso esattamente coincidente con quello blu)... insomma, avevo appoggiato la bicicletta al muro di un hotel, senza notare l'insegna sopra la mia testa.
Beh, Verona la conoscete tutti, che volete che vi racconti?
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