5. VICENZA - MOGLIANO VENETO
116,1 km - disl. 169 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Mi congedo dai Chemello con una punta di magone. Con Gaetano, mio coetaneo, ci si sente ogni giorno e ci si vede almeno un paio di volte all'anno, ma sua madre mi ricordava stamattina che con gli altri membri della famiglia ci siam visti l'ultima volta nel 2005.
Ma di ciò ai cicloturisti di passaggio su queste pagine non interessa nulla, quindi seguitemi per le vie del centro di Vicenza, che trasudano Palladio da ogni angolo.
C'è una foto di Piazza dei Signori che mi costa circa un quarto d'ora di attesa, perché mentre sto per scattare arriva il camion dei gelati che rifornisce tutti i bar della piazza. E colui che lo conduce è senza dubbio il vincitore assoluto del Premio Flemma 2010.
Il Tomtom mi guida da par suo fuori dalle mura e nella giusta direzione, che è quella di Piazzola sul Brenta, famosa per la sua Villa Contarini (ex Simes-Contarini).
Fa caldo anche oggi, ma c'è meno afa, grazie a uno spiritoso venticello fresco offerto dal mare non troppo lontano.
Infilo in breve sequenza due note città murate, Cittadella e Castelfranco Veneto. Le mura più scenografiche sono quelle di quest'ultima. Dalla piazza principale di Castelfranco si diparte la strada che dopo un paio di deviazioni mi porta a Villa Emo, in località Fanzolo, risalente al XVI secolo. Qua e là si affacciano sulla strada, o a volte cercano di nascondersi, altre ville stupende. Per esempio ce n'è una davvero spettacolare in prossimità di Treviso.
E visto che si era in prossimità, perché non fare un salto nel centro di Treviso? Eccomi accontentato. Il cielo si è un po' rabbuiato, ma è solo l'effetto momentaneo dell'accumulo di calore.
Intanto ho già inspiegabilmente accumulato oltre 100 km. La distanza prevista per la tappa odierna fino a Mestre era di 100,5. Mi avvio verso Mestre, ma mi fermo appena oltre il centro di Mogliano Veneto, in un piccolo albergo isolato. Le sue dimensioni sono inversamente proporzionali a quelle della pizza servitami nel ristorante limitrofo: forse la più grande di tutti i tempi. E buona anche: del resto difficilmente un pizzaiolo che non sia sicuro della qualità delle sue pizze accetterebbe di vedersele tornare indietro di continuo mangiate per meno di metà. Le spese per lo smaltimento dei rifiuti lo costringerebbero a chiudere bottega in poco tempo.
|