10. NOVAFELTRIA - URBINO
75 km - disl. 1304 m
Mappa realizzata grazie a Google Maps
Per cominciare, dopo una ricchissima colazione, mi proietto su una salita che fu, 25 anni fa, la prima vera scalata della mia carriera cicloturistica. Da Novafeltria infatti passa la strada che scollina al Passo di Viamaggio. Io però in località Ponte Messa svolto a sinistra per affrontare la breve ma intensa ascesa alla cittadina di Pennabilli, posta su una collina a circa 600 metri di altitudine.
Il borgo è molto bello, nella sua arcaica semplicità, ma ciò che ha da offrire di più suggestivo è la terrazza naturale, sulla sommità, da cui si gode un panorama a 360 gradi di rara bellezza, e su cui è stata posata una campana tibetana, detta "Campana di Lhasa", offerta dal Dalai Lama nel 2005 in ricordo del monaco Orazio da Pennabilli, che nel diciottesimo secolo andò in Tibet e ne riportò un vocabolario di oltre 1200 parole, tradotte in italiano.
Per tornar giù è meglio ripassare per le stesse vie, perché io nel tentativo di ritrovarmi già orientato verso Carpegna sono stato costretto a rifare l'ultimo tratto di salita verso Pennabilli. L'ascesa al Passo della Cantoniera, circa 7 km al 7%, compiuta a partire dalle 12,30, non è propriamente una passeggiata all'aria fresca, ma l'ambiente naturale è molto gradevole, con belle viste.
Scendo a Carpegna, proseguendo quasi immediatamente. C'è da affrontare ancora un po' di salita, e proprio in questo tratto vengo raggiunto da un blando temporale, del quale approfitto per scrivere queste righe al riparo di una fermata d'autobus.
La strada continua a scendere con rare contropendenze, passando per Macerata Feltria e ai piedi di Sassocorvaro. I panorami sarebbero davvero degni di nota se la luce temporalesca non illividisse tutto. Dopo Sassocorvaro vengo sfiorato da un secondo temporale. Mi fermo questa volta sotto la tettoia di una stazione di servizio, ma riparto quasi subito, con k-way, perché il primo scroscio si trasforma presto in innocua acquerugiola.
Il mio progetto, elaborato alla partenza, prevedeva la discesa fino a Montecchio per poi risalire alla volta di Urbino. Però a un certo punto, in località Ca' Gallo, si palesa una deviazione molto più diretta per Urbino, anche se di sicuro altimetricamente più impegnativa. Faccio due conti sulla cartina, verifico con l'iPad la densità alberghiera in Urbino, e tanto che ci sono scelgo un albergo, telefono e prenoto una camera. Quindi vado a cuor leggero per gli ultimi 15 km della giornata, che comportano grosso modo altri 300 metri di dislivello.
Urbino di sera non l'avevo mai vista: a me pare ancora più bella.
Citazione per il Ristorante (e pizzeria) La Balestra: cucina semplice, abbondante e buonissima, a prezzi contenuti. L'ideale per il cicloturista. Debbo dire che per la prima volta stasera ho avvertito la classica fame da lupi del pedalatore feroce, e che durante il percorso mi sono accontentato di un sola merenda a metà pomeriggio. Segno che la forma sta arrivando.
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